giovedì 20 giugno 2019

Cronaca di un’uscita didattica.

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Alunni classi 5 A e B (plesso "Don Bosco")

Docenti: Antonella Marra e Carla Giangrande

Durante i cinque anni della scuola primaria, noi ragazzi della 5 A e della 5 B della Scuola “Don Bosco”, abbiamo sempre fatto delle uscite didattiche molto interessanti ma, quella che rimarrà a tutti più impressa nei ricordi e carica di emozioni è l’ultima, quella del mese di maggio di quest’anno: S. Maria di Leuca, luogo molto noto per le bellezze naturali e molto gettonato dai turisti.

Siamo partiti alle 9:15 circa del mattino e nel pullman ci siamo divertiti con chiacchierate e risate, senza fare molto caso al tempo che passava.

Arrivati a S. Maria di Leuca, dopo circa un’ora, ci siamo diretti subito al porto, ci siamo divisi in gruppi e siamo saliti su 3 battelli con le maestre e le guide, per andare ad esplorare le grotte dal mare. 








Il paesaggio era uno dei più belli: il mare era stupendo, c’erano zone più chiare e zone più scure, con tante sfumature di verde e blu; le scogliere facevano da cornice al mare e al cielo splendido, pieno di gabbiani che ci accompagnavano nel percorso. Abbiamo navigato intorno alla costa di Punta Meliso (lo scoglio che divide geograficamente il Mar Jonio dal mar Adriatico) da dove abbiamo visto il faro, la scalinata e la famosa cascata di Leuca che, purtroppo, era chiusa. 





Ci siamo allontanati ogni tanto dalla costa per vedere dove si incontrano i due mari, il diverso fondale e per raggiungere le varie grotte. Abbiamo iniziato visitando le grotte che si trovano sul versante del Mar Jonio, come la “Grotta degli Innamorati” (chiamata così perché accoglieva tutti gli innamorati che si nascondevano dalle suocere) ed altre grotte piccoline molto vicine tra di loro. 









Siamo poi passati sul versante adriatico, dove il mare è profondissimo e gli scogli alti e a strapiombo.  






Una delle prime che abbiamo visitato è stata la “Grotta Indiana” (chiamata così perché ha l’ingresso a forma di tenda triangolare indiana), siamo poi passati alla grande “Grotta dei Gabbiani”, alla “Grotta del Soffio” e a quella della “Vora” che prende il nome da vora, cioè buco, perché ha un grande buco sopra che fa entrare la luce del sole che crea dei bellissimi giochi di luci nell’acqua. 






Ci siamo fermati a dare da mangiare ai pesci che nuotavano intorno a noi con il grande dispiacere di non poter fare il bagno. Siamo poi rientrati al porto ammirando le numerose imbarcazioni. 




Dopo la visita alle grotte siamo andati a pranzare al ristorante, non prima di aver ammirato le bellissime “ville moresche” (così le ha chiamate la guida) che si trovano sul lungomare, ognuna delle quali ha una “bagnarola”, cioè una specie di stanzetta dentro il mare, dove, tanto tempo fa, le signore potevano fare il bagno “lontane da sguardi indiscreti” e senza la paura di scottarsi. 

Al ristorante, affamatissimi, abbiamo gustato tutto e dopo una breve pausa eravamo pronti per continuare la nostra gita. Usciti dal ristorante, abbiamo fatto una passeggiata sul lungomare e siamo arrivati al santuario, vicino al faro, dove la guida ci ha raccontato le diverse origini del nome Leuca. 







La leggenda meno vera, ma che a noi è piaciuta di più, è la leggenda di Leucasia, una bellissima sirena con i capelli biondi e gli occhi azzurri, che si era innamorata di un ragazzo che pascolava le pecore vicino al mare, innamorato a sua volta di una ragazza del posto. La sirena gelosa del loro amore scatenò una tremenda tempesta per far annegare i due innamorati. La dea Minerva che aveva visto tutto, dispiaciuta per quello che la sirena aveva fatto, pietrificò i due giovani facendoli diventare i due scogli più famosi di Leuca: Punta Ristola e Punta Meliso. Leucasia, pentita per quello che aveva fatto, si fece pietrificare anche lei dalla dea. Abbiamo visitato a chiesa, ammirato il mare e il porto dall’alto. Infine, alle 19, siamo ritornati a casa, stanchi ma felici. 

Per me e i miei compagni è stata la gita più bella che abbiamo mai fatto!





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