mercoledì 30 maggio 2018

Un giorno tra il Parco Archeologico-Naturalistico di Santa Maria d'Agnano e il Parco Naturale di Torre Guaceto

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Il giorno 7 Maggio 2018, con le classi prime dell'IC di Squinzano, siamo andati ad Ostuni, nota anche come la "Città Bianca", così chiamata perché tutte le case sono dipinte di bianco. Tale caratteristica della città risale al XVII secolo, quando, per non essere colpiti dalla peste, gli abitanti hanno iniziato a dipingere le case con la calce (una vernice disinfettante). Oggi un'ordinanza del Sindaco obbliga tutti i residenti del centro storico a dipingere annualmente le case di bianco, nel rispetto della storica tradizione.

La prima tappa del nostro viaggio è stata il Parco Archeologico e Naturalistico di Santa Maria d'Agnano, che si trova sulle Murge e precisamente in località "Risieddi". Qui abbiamo potuto vedere la ricostruzione di una capanna del periodo Neolitico realizzata secondo le tecniche dell'archeologia sperimentale utilizzando come materiali fango, pietre e canne. La nostra guida Giusy, un'archeologa, ci ha poi accompagnati in un percorso sulla collina dove abbiamo potuto vedere due olivi millenari. Giusy ci ha spiegato che nell'emisfero boreale gli ulivi ad una certa età si avvitano su se stessi in senso orario, mentre nell'emisfero australe in senso anti-orario. Proseguendo la salita lungo la collina, abbiamo raggiunto il sottogrotta-santuario dove, nel 1991, è stata rinvenuta dal Prof. Donato Coppola dell'Università di Bari, la Mamma più Antica del Mondo, il reperto Ostuni 1, datato al 26.461-26115 a.C. (http://www.ostunimuseo.it/parco-archeologico). Infatti, durante il Paleolitico Superiore, tale grotta veniva usata come luogo di culto per la Madre Terra. All’interno della cavità gli studiosi hanno anche rinvenuto una frequentazione cultuale neolitica, seguita da visitazioni funerarie dell’età del Bronzo, da impianti cultuali di età messapica, con attestazioni di un grande santuario dedicato al culto di Demetra. Le ultime tracce di frequentazione vedono una riconversione del luogo di culto in età cristiana, attestate anche da un affresco cinquecentesco raffigurante la Vergine Maria. All'esterno della grotta abbiamo visto inoltre il calco di uno scheletro di un pellegrino risalente all'epoca Medievale e la nostra guida ci ha spiegato che il santuario è stato usato per un'epoca molto lunga. Alla fine del tour siamo andati in un piccolo Anfiteatro dove abbiamo fatto merenda e la foto di gruppo.

La seconda tappa del nostro viaggio nella storia ci ha portati verso il centro storico di Ostuni. Lì abbiamo visto la statua di Sant' Oronzo (patrono della città) e i resti della parte est delle mura aragonesi. Successivamente la nostra guida, per accontentarci, ci ha portati a vedere invece la parte ovest delle mura. Da lì, attraverso strette e ripide stradine ci siamo incamminati sui colli dove sorge il centro storico medievale. Prima di visitare il MUSEO DI OSTUNI abbiamo acquistato dei souvenir in dei negozietti artigianali in ricordo di questa gita. Finalmente abbiamo visitato il "Museo di civiltà preclassiche della Murgia meridionale", collocato nella Chiesa delle Monacelle, edificata tra il 1750 ed il 1752. All’interno della Chiesa sono esposti i corredi delle tombe a camera di età messapica venute alla luce nell’area del Foro Boario, oltre ai reperti di età medievale, rinascimentale e moderna provenienti dalla cosiddetta Torre Medievale di Ostuni e dal giardino del Convento di Santa Maria Maddalena dei Pazzi, sede del Museo. 

Le ultime tre sale del percorso museale sono interamente dedicate alla Grotta di Santa Maria di Agnano. Alla vita della grotta in età medievale e moderna è destinata la prima sezione, che raccoglie le testimonianze archeologiche riferite alla cappella della Vergine Maria, con frammenti architettonici, affreschi e ceramica. La seconda sala è dedicata alla frequentazione del sito in l’età messapica, quando la grotta e i terrazzamenti circostanti furono verosimilmente sede di un santuario dedicato forse alla dea Demetra. Al periodo compreso tra la fine del V e il III-II secolo a.C. appartengono i frammenti di ceramica locale e di importazione, le iscrizioni in lingua messapica, le armi e le terrecotte.

La sezione preistorica presenta, infine, i calchi delle due sepolture paleolitiche, Ostuni 1 (la Donna di Ostuni, gestante con feto di 26.461-26115 a.C.) e Ostuni 2 (28.200-27.568 a.C.), oltre ai resti originali di Ostuni 1 e al corredo che accompagnava le deposizioni.

Le vetrine raccolgono una scelta significativa di materiali paleolitici e neolitici.

Il percorso museale si conclude con un suggestivo diorama ricostruttivo della grotta e della sepoltura della Donna di Ostuni (http://www.ostunimuseo.it/parco-archeologico).

La nostra guida Giusy ci ha spiegato che la donna di Ostuni aveva circa 20 anni ed è morta di ECLAMPSIA (innalzamento della pressione sanguigna, problema che in gravidanza può diventare letale se non è curata). La donna era alta circa 1,70 m., mentre il suo feto, all'ottava settimana di vita, era alto 45 cm. La donna aveva un copricapo di colore rosso porpora ricoperto da oltre 350 conchiglie, mentre sul suo braccio destro aveva un braccialetto di conchiglie. La sua mano destra era appoggiata sul ventre a proteggere il bimbo. 
Infine ci siamo diretti nella stanza del DIORAMA una stanza chiusa come un cinema dove abbiamo potuto vedere la ricostruzione virtuale della donna all'interno della grotta nella posizione di rinvenimento. Inoltre, grazie ad un ologramma realizzato dal CETMA abbiamo potuto sentire la storia della donna "raccontataci" in prima persona: come si cacciava, come si conciavano gli abiti. come si viveva nella sua epoca ecc. Insomma, un vero e proprio tuffo nel passato!
Finito il giro nella "città bianca", siamo tornati verso il pullman e ci siamo diretti presso l'agriturismo Refrigerio, una antica Masseria del 1600 sulla marina di Ostuni immersa tra bellissimi ulivi secolari dove abbiamo trascorso una rilassante pausa pranzo.
Finito di mangiare ci siamo diretti verso l'ultima tappa del nostro interessante tour: "Torre Guaceto" una riserva naturale dello Stato in provincia di Brindisi. Qui abbiamo avuto un'altra guida molto esperta: Pietro Cicerone, che ci ha illustrato la Biodiversità della riserva. Abbiamo imparato che la pianta più diffusa è la cannuccia di acqua dolce, mentre tra gli animali il ramarro, una lucertola molto lunga di colore verde smeraldo. Popolano l'habitat naturale anche molti uccelli come Aironi e Storni. Ma la riserva è anche un importante sito archeologico, come testimonia la stratigrafia archeologica. Le più antiche evidenze si riferiscono ad un villaggio dell'età del Bronzo (II millennio a.C.). Poco si sa dell'età Messapica, mentre durante l'epoca Romana venne realizzato un importante porto-canale. Inoltre, poco distante dall'attuale area paludosa passava la Via Appia-Traiana, che collegava Brindisi, uno dei più importanti porto dell'Impero, con Roma. 
In età Medievale la rada di Torre Guaceto è ancora un approdo importante, come testimonia la torre di avvistamento tuttora conservata, che faceva parte del sistema di torri costiere dislocate in tutto Salento a difesa del territorio. Dalla sommità della torre difatti era possibile mandare segnali di fumo durante il giorno e di fuoco durante la notte, utili ad avvisare gli abitanti dell'entroterra dell'arrivo di pericoli dal mare.
Come ultima tappa la nostra guida ci ha condotti sulla spiaggia dove ogni anno vanno a riprodursi le tartarughe Caretta Caretta. Le tartarughe depositano le uova nella sabbia. La temperatura della sabbia determina il sesso delle piccole. 
Ritornati a casa abbiamo raccontato alle nostre famiglie e amici di questa bellissima esperienza. 


























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