RISPETTO DELLE DIFFERENZE
Il giorno 15 marzo verso le ore 11:00, le classi
seconde della scuola media "Giosuè Carducci" si sono incamminate
verso il plesso "Edmondo De Amicis" per partecipare al primo di tre
laboratori dal titolo RISPETTO DELLE DIFFERENZE, inserito nel progetto “Laboratorio di
legalità” e promosso dal centro antiviolenza “Renata Fonte”.
Ad accoglierci sono state la dottoressa Silvia, una
psicologa, e la dottoressa Francesca,
un'assistente sociale.
Inizialmente abbiamo compilato un
questionario con lo scopo di fare un
sondaggio sul significato del
termine “discriminazione”.
Poi siamo passati ad affrontare l’argomento.
Le due esperte hanno affermato che oggi esistono centri appositi contro la
violenza sulle donne con professionisti disponibili a dare una mano a chi ha bisogno. Ci
hanno anche detto che la violenza sulle donne avviene spesso tra le mura della
casa e che i casi più comuni e più
frequenti si riferiscono ad un uomo che
picchia la moglie/fidanzata/compagna per futili motivi; questa violenza è detta
violenza domestica.
Si sono soffermate sull'articolo 3 della
Costituzione Italiana che parla dell’UGUAGLIANZA
in cui si dice che : "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono
eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di lingua, di religione,
di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali", cioè che siamo tutti uguali senza distinzione
e che dobbiamo rispettare chi è diverso.
Si è parlato molto degli stereotipi, cioè di “Qualsiasi opinione rigidamente precostituita
e generalizzata, la quale non acquisita sulla base di un'esperienza diretta e
che prescinde dalla valutazione dei singoli casi, su persone o gruppi sociali”.
Un esempio di stereotipo può essere quello che il maschio viene considerato forte, mentre la donna il
sesso debole.
Il maschio è sempre stato considerato superiore rispetto alla donna, che non
aveva gli stessi diritti dell’uomo, infatti prima se la donna tradiva un uomo
era considerato un reato, mentre se l’uomo tradiva una donna non veniva
considerato reato. L’uomo era “padrone” della donna che sposava, poteva darle
ordini e lei non poteva ribattere. La donna subiva spesso violenze ma, dato che
avvenivano in casa, nessuno ne veniva a conoscenza. Prima lo stupro era considerato
un delitto contro la morale e non contro la persona. Ancora oggi l’uomo
crede di essere più forte; la cosa grave è che alcune
donne pensano la stessa cosa e quindi gli si sottomettono
senza ribattere, convinte che l’uomo conservi questo ruolo per diritto acquisito, perché lo merita. Ovviamente tutto ciò è FALSO.
Dopo abbiamo
discusso dei lavori maschili e di quelli femminili. Molti lavori siamo più
propensi a definirli “da uomini”, tanto che non esistono nemmeno i termini
appropriati al femminile. Non esiste, per esempio, il femminile del termine “muratore”.
Noi non penseremmo mai al lavoro di
muratore svolto da una donna.
L’incontro è terminato alle ore tredici.
E’ stata un’interessantissima lezione…
di vita!
A cura di;
Toraldo Giada 2^A
Lapenna Giorgia 2^B
Pellegrino Sofia 2^C
Lapenna Giorgia 2^B
Pellegrino Sofia 2^C
Sede “G.Carducci” – Istituto Comprensivo
Squinzano
Docenti Tutor: Albino Vergari, Vanna Solidoro, Margherita Mero
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