lunedì 26 marzo 2018

Rispetto delle differenze

RISPETTO DELLE DIFFERENZE

Il giorno 15 marzo verso le ore 11:00, le classi seconde della scuola media "Giosuè Carducci" si sono incamminate verso il plesso "Edmondo De Amicis" per partecipare al primo di tre laboratori dal titolo RISPETTO DELLE DIFFERENZE, inserito nel progetto “Laboratorio di legalità” e promosso dal centro antiviolenza “Renata Fonte”.
Ad accoglierci sono state la dottoressa Silvia, una psicologa,  e la dottoressa Francesca, un'assistente sociale.
Inizialmente abbiamo compilato  un questionario con lo scopo  di fare un sondaggio sul significato del  termine  “discriminazione”.
Poi siamo passati ad affrontare l’argomento.  Le due esperte hanno affermato  che oggi esistono centri appositi contro la violenza sulle donne con professionisti  disponibili a dare una mano a chi ha bisogno. Ci hanno anche detto che la violenza sulle donne avviene spesso tra le mura della casa e che i casi più comuni  e più frequenti si riferiscono ad un  uomo che picchia la moglie/fidanzata/compagna per futili motivi; questa violenza è detta violenza domestica.
Si sono soffermate  sull'articolo 3 della  Costituzione Italiana che parla dell’UGUAGLIANZA in cui si dice che : "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali",  cioè che siamo tutti uguali senza distinzione e che dobbiamo rispettare chi è diverso.
Si è parlato molto degli stereotipi, cioè di  “Qualsiasi opinione rigidamente precostituita e generalizzata, la quale non acquisita sulla base di un'esperienza diretta e che prescinde dalla valutazione dei singoli casi, su persone o gruppi sociali”. Un esempio di stereotipo può essere quello che  il maschio  viene considerato forte, mentre la donna il sesso debole.
Il maschio è sempre stato considerato superiore rispetto alla donna, che non aveva gli stessi diritti dell’uomo, infatti prima se la donna tradiva un uomo era considerato un reato, mentre se l’uomo tradiva una donna non veniva considerato reato. L’uomo era “padrone” della donna che sposava, poteva darle ordini e lei non poteva ribattere. La donna subiva spesso violenze ma, dato che avvenivano in casa, nessuno ne veniva a conoscenza. Prima lo stupro era considerato un delitto contro la morale e non contro la persona. Ancora  oggi  l’uomo crede   di essere più forte;  la cosa grave è  che  alcune donne   pensano la stessa cosa e quindi gli si sottomettono senza ribattere,  convinte che  l’uomo  conservi questo ruolo per diritto  acquisito, perché  lo merita. Ovviamente tutto ciò è FALSO.

Dopo   abbiamo discusso dei lavori maschili e di quelli femminili. Molti lavori siamo più propensi a definirli “da uomini”, tanto che non esistono nemmeno i termini appropriati al femminile. Non esiste, per esempio, il femminile del termine “muratore”.  Noi non penseremmo mai al lavoro di muratore svolto da una donna.


L’incontro è terminato alle ore tredici. E’ stata un’interessantissima lezione…  di vita!
A cura di;
Toraldo Giada 2^A
Lapenna Giorgia 2^B
Pellegrino Sofia 2^C
Sede “G.Carducci” – Istituto Comprensivo Squinzano
Docenti Tutor: Albino Vergari, Vanna Solidoro, Margherita Mero 

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