di Alessia Spinelli e Giada Marti - III A G. Abbate
Tutor: prof.ssa Barbara Pecere
New York, insieme ad altre città importanti come Parigi (13 Novembre 2015), Berlino (11 Dicembre 2016), Bruxelles (22 Marzo 2016), Londra (3 Giugno 2017), non riescono a liberarsi dalla paura degli attentati. Infatti, il giorno 11 Dicembre 2017, alle ore 7.40 locali, un ordigno è esploso a Manhattan nel tunnel che porta alla stazione del bus di Port Authority, sulla 41esima strada a poca distanza da Times Square, dove ogni giorno transitano oltre 200 mila persone.
L'esplosione è stata provocata da un ordigno artigianale, un “tubo bomba”, che sarebbe esploso nel sottopassaggio prima del previsto ferendo lo stesso attentatore che lo teneva attaccato al corpo, fissato sotto la giacca con un adesivo.
L'uomo arrestato ha 27 anni e si chiama AKAYED ULLAH. Originario del Bangladesh, era arrivato negli Stati Uniti nel 2011 grazie a un riconoscimento famigliare, in quanto nipote di un cittadino americano. Per questo gli era stata concessa un'autorizzazione per risiedere nel paese per un periodo di tempo limitato. L'uomo era residente a Brooklyn e viveva da 7 anni negli Stati Uniti.
Dopo l'attentato, l'attentatore ricoverato presso l'ospedale di Bellevue perché riportava lievi ferite, ha rivendicato l'attentato allo stato Islamico. Non sono stati ritrovati altri ordigni nè altri attentatori, ma per salvaguardare la città il sindaco Bill De Blasio e il presidente Donald Trump hanno deciso di rafforzare la sicurezza mettendo sotto strettissima sorveglianza aeroporti, stazioni del treno e della metro, tunnel e porti ma anche luoghi famosi come Times Square, l'Empire state Building e il nuovo Word Trade Center.
Insieme all'attentatore sono state ferite quattro persone, ma nessuna fortunatamente è in pericolo di vita. Il sindaco De Blasio l'ha definito “un tentativo di attacco terroristico”, in quanto New York, che lotta per la democrazia e la libertà, ne diviene solo un “grande bersaglio”.
Nessun commento:
Posta un commento