Sabato 12 maggio, le classi seconde del plesso “Giosuè Carducci” si sono incontrate a scuola alle ore 6:15 e da lì, sono partite alla volta del “Parco Nazionale del Pollino”, situato al confine tra la Basilicata e la Calabria.
Gli alunni, appena arrivati, accompagnati dalla guida, si sono diretti presso la Diga del Monte Cotugno per fare una breve escursione con presentazione di informazioni di tipo naturalistico, accompagnate dalle foto di rito.( Per ulteriori informazioni cliccare sul seguente link http://www.adb.basilicata.it/adb/risorseidriche/invaso.asp?invaso=MCotugno )
Successivamente, ci siamo diretti, ahimé, con una serie infinita di tornanti e strade scoscese, verso il rifugio “ Acquafredda”, a m.1070 di altitudine, dove era previsto il pranzo ed il tiro con l’arco, che non abbiamo potuto svolgere a causa delle cattive condizioni meteorologiche. Il momento del pranzo è stato piacevole, e il signor Antonio il perché delle decorazioni del luogo e delle particolarità gastronomiche della zona.
Subito dopo, ci siamo diretti verso un paesino vicino, San Costantino Albanese, ( per ulteriori informazioni, cliccare su http://www.sancostantinoalbanese.gov.it/portale/dove era in corso una festa patronale.
In questo paesino vivono circa 800 abitanti ed è caratterizzato da vie strette, ripide e scoscese. Come dice il nome stesso, in questo luogo si parla un dialetto che deriva direttamente dall’albanese (Arbëreshe), lingua dei fondatori. Attraverso la visione di abiti antichi e tradizionali (frequentemente ricavati dalla tessitura della ginestra, presente in grande quantità sul territorio), manufatti, utensili e macchinari rudimentali abbiamo fatto una passeggiata negli usi e tradizioni locali. In seguito ci siamo diretti presso l’Etnomuseo, dove ci hanno spiegato la tradizione principale, in occasione della Festa della Madonna della Stella, che consiste nel far saltare la testa di alcuni pupazzi pirotecnici, tra cui uno di questi rappresentava il diavolo,insieme ad altri pupazzi che rappresentavano il lavoro, la famiglia e la patria. E se malauguratamente la testa non saltasse, ci sarebbe da aspettarsi un anno sfortunato ( secondo la tradizione). Successivamente abbiamo visionato un filmato che presentava alcuni momenti dei festeggiamenti in onore della Madonna della Stella, protettrice della Comunità di San Costantino Albanese, nei giorni 12 e 13 maggio. E’ un evento che tutta la comunità e tantissimi ospiti aspettano per un anno intero. Tantissimi Sancostantinesi, che per vari motivi vivono lontano, fanno ritorno in paese per vivere questa suggestiva ed emozionante ricorrenza.
La statua, dopo la messa che viene celebrata nel mattino della domenica, viene portata a spalla nel santuario dedicato alla Madonna e situato a monte dell’abitato.Il cuore delle celebrazioni in occasione della festa Madonna della Stella è rappresentato , appunto, dall’accensione di caratteristici pupazzi denominati “Nusazit” che sono messi su un palco nella Piazza principale del paese, posta di fronte alla Chiesa Madre, e accesi al momento in cui la Madonna è portata fuori dalla chiesa, alla fine della messa e prima dell’inizio della processione diretta al Santuario.
I pupazzi antropomorfi di cartapesta sono costruiti con opportune intelaiature (armaxhi) di legno, e sono poi vestiti con i costumi raffiguranti elementi del folclore locale. Tali pupazzi sono riempiti opportunamente con polvere pirica e razzi al fine di generare un moto (in alcuni rotatorio intorno al proprio asse in altri di altro tipo) che si conclude per ognuno di essi con la detonazione finale.
Si tratta di pupazzi a grandezza naturale che raffigurano i seguenti personaggi: una donna (nusja), un pastore (Kapjel picut), due fabbri (furxharet) e il diavolo (djallthi).
La donna è vestita con il costume di gala albanese; l’uomo, vestito con il tradizionale costume con il cappello a punta, porta due forme di ricotta; il Diavolo, solitamente raffigurato secondo l’iconografia locale, cioè con due facce, quattro corna, i piedi a zoccolo di cavallo (Këmb rrutullore), porta in mano una forca (furrçilja) e la catena del paiolo (Kamastra);
I primi ad essere “accesi” sono due pupazzi raffiguranti i fabbri (furxharet) intenti a lavorare su di un incudine, successivamente vengono innescate le micce dei restanti “personaggi” nell’ordine: il pastore (Kapjel picuti) la donna (nusja) ed infine il pupazzo raffigurante il diavolo (djallthi).
Oltre ai Nusazit, in occasione della festa, viene preparato un altro pupazzo in cartapesta ed imbottito di polvere pirica, raffigurante un cavallo col Cavaliere ( Kali) pieno anch’esso di petardi, che viene acceso la sera della vigilia della festa in piazza.
Il cavallo con il cavaliere ha un telaio rettangolare ed è trasportato con passo saltellante da un uomo posto al suo interno. I petardi, collocati attorno al telaio rettangolare, sono posti in modo da non arrecare alcun danno al volontario che trasporta il cavallo. La tradizione dei “Nusazit” non ha altri esempi in Italia ed è per questo che attira numerosi turisti, affascinati anche dalle tradizioni e dalla cultura arbëreshe, che si sono conservate inalterate per cinque secoli. L’Etnomuseo della Cultura Arbëreshe, la Casa Parco, la Biblioteca di Cultura Albanese, le splendide icone bizantine della Chiesa Madre, la conservazione dell’antica lingua, il folclore e i preziosi costumi tradizionali, sono solo una parte del grande patrimonio storico e culturale del nostro paese, tutto da scoprire e da vivere. Infine, ci siamo diretti verso il pullman, risalendo una via molto ripida, che ci ha riportati a Squinzano. Ecco i nostri ricordi in un filmato.
A cura della classe 2B sede "Carducci"- scuola secondaria di 1° -- Istituto Comprensivo Squinzano Docenti tutor: Giordano Maria Concetta, Elia Anna Maria, Vanna Solidoro
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