martedì 24 aprile 2018

PRETEN-DIAMO LA LEGALITÀ: a scuola con il Commissario Mascherpa

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di Maria Caracciolo, Mariachiara Miglietta (2°E) Elena De Siato, Andrea Valzano (2°C) Matias Sanfelice, Francesco De Vitis (2°A)

Tutor: A. Miglietta, B. Pecere 



Il 18 aprile 2018, noi ragazzi delle classi seconde della scuola G. Abbate (Baccaro Stefano, Blasi Emily, Caracciolo Maria, De Siato Elena, De Vitis Francesco, Filieri Mariachiara, Ingrosso Giorgio, Isceri Francesco, Micelli Kristel, Miglietta Mariachiara, Pierri Alessio, Renna Raffaele, Romano Celeste, Sanfelice Matias, Serratì Elisabetta, Tomasi Ilaria, Valzano Andrea, Versienti Morena), invitati a partecipare al progetto “Preten-diamo la legalità”, ci siamo ritrovati alla stazione di Squinzano per poi dirigerci con il treno verso Lecce. 



Appena arrivati, siamo stati accolti sul primo binario dalla Polizia Ferroviaria con cui abbiamo scattato una foto. Per molti di noi era la prima volta che salivamo su un treno: il momento andava immortalato! La Polizia Ferroviaria, con la quale avevamo svolto l’11 aprile scorso, un incontro di formazione, ci ha scortato fuori dalla stazione di Lecce. 



Dopo una breve colazione al bar, ci siamo recati presso l’auditorium del Museo Castromediano, dove abbiamo trovato due rappresentanti della Squadra Mobile ed uno della Scientifica ad accoglierci. 

Tema centrale dell’incontro: il bullismo! e poi altri temi come la mafia e le indagini della Polizia Scientifica. Inizialmente hanno parlato l’Ispettore superiore Accogli Salvatore e il Sovrintendente capo Pagano Marcello, facendo risaltare l’importanza della polizia di Stato. 



Ci hanno spiegato che, oltre al conosciutissimo fenomeno del bullismo, che provoca danni sia psicologici sia fisici, esiste anche una variante altrettanto grave: il cyberbullismo. Dietro i social e internet si nascondono pericoli seri. Quando si diffonde un’immagine attraverso la rete se ne perde il possesso e, quindi, bisogna fare la massima attenzione quando decidiamo di “condividere” un’immagine o un video attraverso i social network. Infatti, non sempre possiamo sapere che uso può farne il destinatario. Un fenomeno molto diffuso è per esempio l’estorsione, un ricatto per trarre un profitto da parte di malintenzionati che hanno ricevuto foto o video di situazioni compromettenti per il mittente. 

Hanno inoltre sottolineato come noi siamo portatori di diritti e doveri che vanno rispettati. Infatti un minore può sporgere denuncia contro atteggiamenti aggressivi e scorretti nei suoi confronti. I minori di 14 anni, secondo la legge, non hanno la capacità di intendere e di volere, quindi non vengono puniti per i loro reati ma i genitori o i professori ne subiscono le conseguenze. Per la fascia di età dai 14 ai 18 anni di età le pene sono calibrate e i ragazzi vanno nelle comunità. 





Successivamente abbiamo parlato della mafia, cioè un abuso di potere criminale, in particolare della SCU, Sacra Corona Unita, che ha la particolarità di essere nata in un giorno preciso: il 1o maggio 1983 in un carcere. 

A metà mattinata abbiamo ricevuto una breve visita del Questore di Lecce, il Dottor Laricchia Leopoldo, il quale si è complimentato con una classe di una scuola aderente al progetto per un lavoro sul bullismo. Poi ha preso parola il Sovrintendente capo Caloguri Dario, che ci ha parlato di come sono stati identificati i carcerati nel corso del tempo. Nel XVII secolo, con un marchio a fuoco con l’iniziale del reato commesso. Successivamente ci sono state varie ipotesi tra cui il calco dei denti, le misure del corpo e dei muscoli, che però non vennero applicate. Nel 1830 in Francia è stato introdotto il metodo della passerella, ovvero i detenuti dovevano camminare intorno al poliziotto, quindi si faceva affidamento alla sua memoria. Dopo, in Inghilterra le impronte furono classificate in: adelta, monodelta, composta e bidelta. Questo metodo è stato utilizzato fino a circa 20 anni fa, ora è tutto digitale e si acquisiscono anche i dati biologici e del DNA. Il Dottor Calogiuri ha parlato dell’importanza della Polizia Scientifica, aiutato da un video in cui si vedeva come questa ricostruisce il percorso del colpevole attraverso le tracce del suo respiro lasciate su delle finestre, i capelli, le impronte, le fibre dei guanti, cappelli, sciarpe… Abbiamo scoperto che questa interviene nei sopralluoghi, nelle calamità naturali, nelle manifestazioni pubbliche e per identificare le eventuali vittime. 

Abbiamo anche parlato delle differenze tra fiction e realtà. La più grande è il tempo impiegato per fare l’autopsia e per risolvere il caso. 

Questa esperienza è stata molto istruttiva per noi che abbiamo partecipato con delle domande per approfondire e toglierci delle curiosità.




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