di Gloria Serra, Giulia Giordano, Gaia Del Vitto, Antonio Marzo (classe 3^ B, plesso "G. Abbate")
Tutor: prof.sssa Assunta Miglietta
Il giorno 24/01/2018, in occasione della “Giornata della memoria”, le classi terze dell’Istituto Comprensivo Polo di Squinzano, si sono ritrovate, nelle prime ore della giornata, nell’atrio della scuola per assistere a una rappresentazione teatrale sul tema dell’olocausto.
Lo spettacolo, dal titolo Numeri, è stato eseguito dalla compagnia teatrale Richmond&Co, per la regia di Stefano Ricciardi. Gli attori (Alessandra Perrone, Adele Fazzi e Luigi Rucco) rappresentavano tre superstiti, ciascuno con una storia diversa.
Gli ebrei, di cui lo spettacolo tratta, sono quelli deportati nel campo di concentramento di Therezin, dove erano rinchiusi gli ebrei “importanti”, quelli, cioè, che, secondo Hitler, avevano trascorso una vita agiata.
Alessandra Perrone è una donna ebrea, amante della musica, che, dopo avere assistito in prima persona agli orrori delle deportazioni, teme di non riuscire più a riprovare quello stesso amore per la musica che l’aveva sempre accompagnata. Le sue frasi, rivolte al pubblico, racchiudono tutto il dolore provato: “È un ricordo che non andrà mai via, ma che serve a non rivivere l’assurdità della guerra”, “Come se si occupassero di altro e non di esseri umani”, e ancora “Le lacrime non ci sono più: sono finite”, “Quelle volte che riesco a dormire ripenso a quei giorni” e infine “Sono uscita dalla guerra e mi sono ritrovata in un’altra guerra, quella di ogni giorno”.
Adele Fazzi rappresenta una ragazza ebrea che, al contrario di Alessandra, dalla guerra è “uscita musicista”, nel senso che durante quei terribili anni è riuscita a imparare a suonare il pianoforte e si pone un grande interrogativo: “Siamo tutti esseri umani. E allora, cosa ci rende diversi?!”. Continua, poi, sottolineando come certe “cicatrici” dell’anima non potranno mai scomparire: “Mi dicono «sei giovane, puoi rifarti una vita», ma io non sono come le altre ragazze!”.
Luigi Rucco rappresenta un generale tedesco “pentito”, incapace di spiegare con giuste parole il perché ci si ritrovi a eseguire ordini contrari alla propria coscienza. Ricorda l’episodio della “Notte dei cristalli”, durante la quale negozi e sinagoghe furono dati alle fiamme e 20.000 uomini portati nei campi di concentramento. “Non so perché l’ho fatto”, “Sono uscito dalla guerra vuoto”: queste le espressioni che egli usa per tentare di descrivere la condizione psicologica in cui si trovavano molti soldati tedeschi che non riuscivano a ribellarsi a un regime spietato, come quello di Hitler, pur riconoscendone le atrocità.
Gli attori, durante l’esibizione, si alternano, lasciando però spazio a una voce fuori campo, affidata allo stesso regista, che si esprime con frasi significative, tra cui “I giudici ritengono Hitler persona normale, ovvero che distingue il bene dal male, in realtà è solo un grande bugiardo!”, e conclude “Nessuno ne è uscito vivo!”.
Alla fine dello spettacolo, durato quasi due ore, i quattro attori si sono ritrovati insieme di fronte al pubblico e hanno concluso la rappresentazione pronunciando queste parole: “A nessuno piace stare solo!”.
Subito dopo, su iniziativa della Prof.ssa Barbara Pecere, alcuni di noi alunni hanno portato ai piedi degli attori dei sassolini, per ricordare che gli Ebrei, piuttosto che portare fiori, portavano pietre ai loro defunti.
Finita la rappresentazione, ognuno di noi si è recato nella propria aula.
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