lunedì 5 febbraio 2018

LA VITA DEGLI EBREI A TEREZIN RACCONTATA IN UNO SPETTACOLO: “NUMERI”

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di F. Serinelli e A. Licci (II A, plesso "G. Abbate")

Tutor: Prof.ssa B. Pecere

Oggi, alle ore nove, ci siamo recati nell’atrio della nostra scuola per assistere ad una rappresentazione teatrale dal titolo “Numeri”, prodotta dalla compagnia “Ricchmoond&co”. Il regista, Stefano Ricciardi, è stato presente allo spettacolo, ambientato a Terezin (https://www.getyourguide.it/terezin-l5029/?utm_force=0), una città della Repubblica Ceca trasformata in un campo di concentramento all’epoca della Seconda Guerra Mondiale. Ci ha spiegato come vivevano gli ebrei durante la guerra e soprattutto ha ricordato che l’essere umano è un essere superiore in grado di memorizzare tutto. Tra i vari attori c’era un ex soldato nazista che recitava la parte di uno dei tanti responsabili della deportazione degli ebrei e quindi era considerato una persona spregevole, crudele. Inoltre c’era una giovane musicista che interpretava il ruolo di una ragazza con spettacolari doti da musicista, che aveva subito le conseguenze della guerra e quindi la sua vita non poteva essere sistemata neanche dal tempo. Infine, abbiamo salutato gli attori: Alessandro Perrone, Luigi Rucco, Adele Fazzi e il regista Stefano Ricciardi.

Una volta tornati in classe, con la prof. Pecere, abbiamo approfondito il discorso della shoah e soprattutto quello del campo di concentramento di Terezin, nota come “la grande fortezza”. Questo campo, oggi è un museo che si può visitare ed è conosciuto anche col nome di “Theresienstadt”. Qui hanno vissuto all’epoca del nazi-fascismo oltre 150.000 persone in condizioni disumane, racchiuse in un ghetto. Il campo era nato con lo scopo di "eliminare" gli ebrei per morte naturale. “Arbeitmachtfrei” era il motto posto all’ingresso di numerosi campi di concentramento nazisti, durante la seconda guerra mondiale, incluso questo di Terezin. Ma era un paradosso perché per questa gente l’unica libertà era la morte. Pochissimi ebrei riuscirono a sopravvivere al lager, la maggior parte di loro purtroppo morirono e tra questi numerosi bambini, dei quali ci restano le testimonianze dei loro disegni, dei quali ne sopravvissero solo 1.000. Tra gli ebrei deportati in questo campo, che doveva servire come "specchietto per le allodole", utile alla propaganda nazista, c’erano anche molti musicisti che utilizzarono la musica per mantenere viva la propria umanità. Nel campo era presente una biblioteca. I nazisti realizzarono questo campo per produrre dei filmati da diffondere al mondo, in modo tale da far credere a tutti che gli ebrei vivessero insieme e felici di poter coltivare le proprie passioni, come lo studio e la musica in colonie "felici". Cessata l’attività del campo, tutti gli ebrei vennero “trasferiti” ad Auschwitz, campo di sterminio e simbolo universale del lager, noto come “fabbrica della morte”.

I principali luoghi della memoria che ricordano le vittime di Therensienstadt sono due e si trovano a Terezin nella Repubblica Ceca e nei pressi di Hadera in Israele.























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