mercoledì 29 novembre 2017

Riflessioni sul film "Il diritto di contare"

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di Sofia Giangrande (classe 3 B, plesso "G. Abbate")
Docente tutor: prof.ssa Assunta Miglietta



Le guerre hanno vari modi per manifestarsi, possono essere violente e spettacolari, oppure silenziose, dimenticate e ignorate. Nel 1960 la guerra tra Stati Uniti e Unione Sovietica si giocò con la corsa allo spazio. Contro gli Stati Uniti, fu lanciato nel 1957 il primo satellite artificiale. Inizia così una rivalità tra le due superpotenze. Il Diritto di Contare è ambientato in questi contesti storici ma, il tema più importante, è la questione razziale. Il regista racconta la storia vera di tre donne nere che, con la loro intelligenza, permisero all’astronauta John Glenn di andare nello spazio. Nella Virginia del 1961, la donna afroamericana Johnson, lavora alla NASA come “computer umano”, svolgendo calcoli disumani e complicati. Con l’intelligenza fuori dalla media, viene spostata in un ufficio di livello maggiore, composto sostanzialmente da uomini bianchi. Nessuno si aspettava che una donna di colore potesse arrivare lì. Questo nuovo ufficio si trova però a più di un chilometro dai bagni per le donne di colore (colored). Ogni giorno la donna deve compiere una corsa contro il tempo per soddisfare i propri bisogni. Questi sono i terribili anni della segregazione razziale, dovrà combattere i pregiudizi e le cattiverie dei colleghi, anche per bere il loro stesso caffè. Ma, stanca di questa situazione, si rimbocca le maniche e fa un discorso al capo, che eliminerà nella NASA ogni forma di razzismo. Al fianco della Signora Johnson, vi sono le amiche di una vita: la Signora Vaughan e la Signora Jackson. La prima sarà colei che riuscirà ad utilizzare il primo computer. Il razzismo continua, ad esempio, quando avrà bisogno di un libro dalla biblioteca le verrà vietato di prenderlo in prestito. Furba, lo prenderà e lo infilerà nella sua borsa, spiegando ai figli di non averlo rubato ma di averlo preso in prestito come tutte le altre persone poiché, anch’esso, è stato pagato con le sue tasse. La terza donna è la Signora Jackson, aspirante ingegnere. La sua ambizione era frequentare un corso di ingegneria. Nella storia non era mai esistita una donna di colore laureata in questa facoltà; allora, la Signora Jackson affronta con tenacia qualsiasi ostacolo, tanto da riuscire a parlare anche con un giudice che la autorizza a frequentare i corsi necessari. “Contare” viene presentato seguendo due diverse scie: il sogno americano alla conquista dello spazio e la rivalsa delle donne in un contesto razzista. Nessuno avrebbe potuto immaginare l’esistenza di questa forma di razzismo. Una storia di genialità mai egoistica anzi, fondata sulla collaborazione di un trio insuperabile. Un obiettivo conseguito con sacrificio e determinazione che nessuna donna oggi può dimenticare. Il Diritto di Contare si presenta lineare e scorrevole, mostrando una società fredda e legata al pregiudizio. Esso non è solo un film, è una lezione di vita sulla situazione degli indimenticabili anni ’60. Ci fa capire che, per evitare che riaccada questo, dobbiamo impegnarci a non emarginare le persone. Film come il Diritto di Contare sono forse l’unica categoria che, invece di portare avanti il discorso, ne riconoscono la vittoria. La vera essenza del film non è tanto riuscire ad andare nell’orbita della Terra e ritornare sani e salvi, ma è quella di riuscirci insieme, bianchi e neri, uomini e donne, come una sola nazione, come i gloriosi Stati Uniti d’America. 








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3 commenti:

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