Il nostro Istituto ha
organizzato nella giornata di ieri, 25 Novembre, una serie di iniziative,
successive agli stimoli e alle riflessioni sull'argomento
di scottante attualità. Particolarmente profonda è la riflessione di un' alunna
che ha voluto esprimere con le sole parole le proprie considerazioni in merito.
La scelta di non corredare l'articolo con immagini è voluta.
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RIFLETTENDO…
Oggi, 25 Novembre, ricorre
la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne; violenza ormai universalmente riconosciuta
come forma di discriminazione, dovuta al fatto che la donna, da una società
ancora fortemente maschilista, è considerata inferiore all’uomo, quasi una sua
appendice. Proprio per sensibilizzare noi ragazzi , cittadini del domani, su
questo fenomeno drammaticamente in espansione, il nostro Istituto ha
organizzato delle attività didattiche, allo scopo di prevenire e contrastare
ogni forma di violenza e discriminazione nei confronti delle donne. Il termine
“femminicidio” è un termine che tristemente e prepotentemente, è entrato nella
nostra quotidianità.
In Italia, i dati sono
allarmanti perché ogni anno quasi 200 donne vengono uccise per mano di un uomo,
solitamente marito, fidanzato, ex-convivente, compagno … e questo è
inaccettabile.
La violenza in tutte le
sue forme è un atto vigliacco e orribile che solo un manesco, uno sciocco, un
cattivo uomo può compiere. Spesso le donne si fanno incantare dal loro aspetto
galante e dai loro modi amichevoli quando frequentemente dietro quella maschera
vi è un mostro. La donna sin dall’antichità è sempre stata considerata
inferiore all’uomo in quanto non potevano esprimere le loro idee e dovevano
rispettare le regole imposte dal marito, oggi la situazione non è cambiata di
molto. Nel mondo ci sono tantissime donne sottomesse ai propri compagni , che
subiscono violenze non solo fisiche ma anche psicologiche. La maggior parte di
esse, purtroppo, non denunciano, rimangono in silenzio, accettando per paura o
per vergogna soprusi di ogni genere. Il femminicidio è un fenomeno che non può
essere eliminato se ancora in molte case la donna è considerata inferiore per
natura, adatta solo a fare figli, a curarli ed educarli, badare alla casa e al
marito che, tranquillamente, ogni mattina lascia la moglie per andare a lavoro.
Quel lavoro che oggi è molto più pagato di quello femminile perché considerato
più importante. Le donne sul lavoro sono discriminate anche per un altro
motivo: la maternità. Questa parola dà fastidio a molti dirigenti che non
vogliono assolutamente pagare i giorni di riposo alle loro dipendenti neomamme.
Purtroppo è vero, oggi, nel 2017, esistono ancora queste differenze tra i due
sessi che, agli occhi di Dio sono uguali, ma non ancora ai nostri. Perciò la
prevenzione va fatta prima di tutto nelle famiglie e nella società per
restituire dignità al ruolo della donna. Perché noi donne, come tutti gli
uomini, abbiamo le loro stesse aspirazioni, i loro stessi sogni, perciò un uomo
non ha alcun diritto di distruggerli e sottovalutarli. Su questo tema la mia scuola
ha iniziato un percorso di sensibilizzazione che ha portato tutti noi, di sesso maschile o femminile, a pensare a queste situazioni e a come prevenirle.
Spero che come me
tutti abbiano capito questo messaggio importantissimo per la nostra comunità
che ha bisogno di più rispetto nei confronti delle donne.
A CURA DI Cristina Fantastico
Classe 3^ C Scuola Secondaria “G.Carducci”- Istituto
comprensivo Squinzano
Tutor: proff. Donatina
Guerrieri e Isa Simone
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