di Di Nicola Alessandro, Marti Giada, Mazzotta Francesca, Sabato Benedetta e Tardio Lucia (classe 3 A, plesso "G. Abbate")
Tutor: Prof.ssa B. Pecere
Per femminicidio si intende una qualsiasi forma di violenza sulle donne con lo scopo di perpetuarne la subordinazione e di annientarne l’identità, arrivando addirittura alla morte.
Nel maggio 2017, il gruppo di esperti del “United Nations Office on Drugs and Crime” ha riconosciuto il femminicidio come l'omicidio di una donna compiuto nell’ambito familiare, dal partner, da un ex partner, o da un parente. Se si esamina, a partire dai dati raccolti dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, la relazione autore/vittima, quasi 3 femmicinidi su 4 sono stati commessi nell’ambito familiare: 59 donne sono state uccise dal partner, 17 da un ex partner e altre 33 da un parente (allegato 1).
Nel nostro Paese, la dimensione quantitativa degli omicidi nel complesso è sostanzialmente contenuta, in confronto ai maggiori paesi europei. Le ragioni per le quali questo fenomeno rimane in ampia misura sommerso sono proprio da ricercare nella prossimità con l’autore dei crimini, poichè in tre quarti dei casi si tratta del partner o di un familiare stretto, e nelle complesse e contrastanti reazioni emotive e psicologiche che la violenza innesca nelle vittime. In particolare, i partner o gli ex partner, sono gli autori di quasi il 63% degli stupri. II dati dimostrano che più di una donna su tre vittima del partner ha riportato ferite, lividi, o altre lesioni (37,6%). Circa il 20% è stata ricoverata in ospedale a seguito delle ferite riportare. La violenza non si ferma neanche nel corso di una gravidanza : in poco meno di 1 caso su 4 (23,4%) le violenze sono diminuite, mentre per il 7,5% delle donne sono addirittura aumentate e per l’8,5% iniziate.
I reati maggiormente associati sono violenze sessuali o private o lesioni personali. L’Istat (http://www.istat.it/it) è impegnato a investigare il fenomeno attraverso le indagini ad hoc (allegato 2).
ALLEGATO1
ALLEGATO2
LA
STORIA DI LUCIA ANNIBALI
Il 16 aprile del 2013, Lucia Annibali, avvocato di Urbino, venne aggredita sul pianerottolo della sua casa da un uomo incappucciato che le gettò addosso dell’acido solforico mentre un secondo uomo controllava. L’acido sfigurò il viso e il collo della Annibali, che rischiò di perdere la vista. Venne immediatamente ricoverata nel reparto “Grandi Ustioni” dell’ospedale di Parma, dove, successivamente, ha subito diversi interventi chirurgici di ricostruzione. Già durante i primi soccorsi dopo l’attacco la sig.ra Annibali fece il nome di un uomo: Luca Varani, anche lui avvocato pesarese di 35 anni. Tra i due c’era stata una relazione, durata finché Lucia non aveva scoperto di essere stata tradita con un' altra donna, da cui aspettava addirittura un figlio. Varani rispose subito all’accusa dicendo che all'ora dell'aggressione si trovava con degli amici a giocare a calcetto. Nonostante l’alibi, il 20 aprile Varani venne arrestato con l’accusa di aver organizzato l’attacco, assoldando due uomini, Altistin Prevcetaj, 31 anni, e Rubin Talaban, 28 anni, entrambi di origine albanese, per vendicarsi dopo essere stato lasciato. Durante il processo con rito abbreviato, iniziato nel 2013, Varani ammise di essere il mandante di Prevcetaj e Talaban, ma sostenne di averli assoldati solo per rovinare con l’acido la macchina della Annibali e non per aggredirla fisicamente. Il giudice non credette alla sua versione, mentre il PM Monica Garulli chiese il massimo della pena prevista dal rito abbreviato, ovvero 20 anni a Varani e 18 per i due esecutori. A pesare sull’accusa a Varani non ci fu solo l’aggressione dell'avvocato Annibali, ma anche una serie di indizi relativi al suo comportamento ossessivo nei suoi confronti e un’accusa di tentato omicidio: nel febbraio del 2013 infatti Varani era entrato in casa di Lucia e aveva manomesso le valvole del gas, rischiando di far esplodere la casa.
Il 29 maggio 2014, Varani venne condannato a 20 anni, la pena è stata confermata nella sentenza di appello del gennaio 2015.
(Lucia
Annibali con il volto attuale ricostruito grazie ai numerosi
interventi)
GLI ALUNNI DELLA 3 A
della Scuola Secondaria di Primo Grado, plesso "G. Abbate"
#DICONONOALLAVIOLENZASULLEDONNE!
e VI ASPETTANO ASSIEME a tutti gli studenti, i professori, la Dirigente Scolastica dell'IC di Squinzano il 3 PROSSIMO DICEMBRE presso il Laboratorio delle Politiche Giovanili di Squinzano per lo spettacolo teatrale proposto dalla Compagnia dei Cantieri Koreja sul tema della violenza sulle donne.
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